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Perché dovrei scegliere e-mmho piuttosto che una agenzia immobiliare tradizionale?Prima di tutto perché e-mmho è gratis. Se sei il proprietario dell’immobile e vuoi vendere o affittare, non hai commissioni o abbonamenti da pagare. Poi perché è una piattaforma digitale che: ti garantisce una precisa valutazione ai prezzi del mercato immobiliare, ti fornisce tutti gli strumenti e le informazioni necessarie, ti permette di avere sempre il controllo su tutto il processo, ti assiste dalla “A” alla “Z” con un supporto clienti molto preparato, è totalmente trasparente e non ti bussa alla porta o ti telefona per chiederti se vuoi vendere o affittare la tua casa.
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Perché dovrei scegliere e-mmho piuttosto che vendere o affittare casa per conto mio?Con e-mmho di fatto vendi o affitti casa per conto tuo. In più puoi contare su un supporto clienti che: risponde a tutte le tue domande, ti consiglia il prezzo migliore, ti assiste durante tutta la vendita o durante tutto l’iter di affitto, ti fornisce la documentazione necessaria, ti consiglia un Notaio e, esattamente come se vendessi o affittassi per conto, tuo non ti costa nulla.
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Se sono proprietario e vendo o affitto tramite e-mmho non pago nessuna commissione, perché? Come monetizzate?A differenza di una agenzia immobiliare tradizionale, e-mmho è una piattaforma online e come tale opera in tutta Italia, per questa ragione è possibile non richiedere il pagamento della commissione ai proprietari di casa. Il servizio è pagato solo da chi compra o prende in affitto.
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Ci sono dei costi nascosti che prima o poi dovrò pagare?Assolutamente no. Vendere o mettere in affitto la tua casa col servizio base offerto dalla piattaforma è completamente gratuito. Se desideri acquistare dei servizi extra opzionali, sempre molto visibili online o inviati tramite e-mail, lo potrai fare come e quando lo desideri. In assoluta trasparenza.
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Come vengono realizzati e dove vengono pubblicati gli annunci di vendita o di affitto?Una volta inseriti tutti i dati, caricate le fotografie e la planimetria, inerenti l’abitazione che si desidera vendere o affittare, il sistema prepara automaticamente l’annuncio, migliorando, se necessario, la qualità delle fotografie e preparando la descrizione. Dopodiché l’annuncio viene pubblicato nel portale immobiliare di annunci più adatto alle caratteristiche e alla geolocalizzazione dell’immobile.
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Come sono organizzate le visite?Una volta che il proprietario ha comunicato alla piattaforma i giorni e gli orari disponibili per le visite, questi verranno a loro volta comunicati alle persone che hanno visto l’annuncio e che sono interessate ad fissare una visita. La piattaforma provvederà a fornire, sia ai proprietari che ai potenziali acquirenti/affittuari, tutte le indicazioni necessarie ad effettuare la visita.
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Alla visita deve essere presente il proprietario?No. Il proprietario può scegliere secondo le sue disponibilità se presenziare in persona durante una visita al suo appartamento, o può scegliere di delegare una persona di sua fiducia. Prima di fissare una visita la proprietà dovrà comunicare alla piattaforma il nome di chi presenzierà all’appuntamento. Così come al proprietario verrà comunicato dalla piattaforma il nome di chi si presenterà alla visita.
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Cosa succede se alla visita non si presenta nessuno o si presenta una persona diversa da quella indicata?Se alla visita non si presenta nessuno il proprietario è tenuto ad informare immediatamente la piattaforma. Se in seguito ad una ragionevole motivazione, il proprietario acconsentirà a concedere un secondo appuntamento, la piattaforma organizzerà una seconda visita. Se si presenta una persona diversa da quella indicata in fase di organizzazione dell’appuntamento, il proprietario è tenuto ad informare immediatamente la piattaforma. Nel caso in cui la persona che si è presentata alla visita non dovesse dimostrasi interessata all’acquisto o alla locazione dell’immobile (es. una agenzia immobiliare che si finge cliente per cercare di accaparrarsi l’immobile da vendere o da affittare), la piattaforma provvederà immediatamente al blocco di quella persona impedendogli di utilizzare il servizio in futuro.
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Cosa succede se il proprietario si mette d’accordo con l’acquirente o l’affittuario per estromettere la piattaforma “e-mmho” della trattativa?Per il proprietario il servizio è gratuito, se decide di “fare il furbo” e mettersi d’accordo con l’acquirente o con l’affittuario allo scopo di aiutarlo a non pagare del servizio, si troverebbe a trasgredire i termini e le condizioni della piattaforma “e-mmho” e quindi dovrà pagare una penale pari a quanto avrebbe dovuto pagare l’acquirente o l’affittuario oltre a tutte le spese legali e non potrebbe mai più utilizzare la piattaforma. Conviene? Sicuramente no.
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Cosa succede dopo la visita?Immediatamente dopo la visita la piattaforma contatterà la persona interessata all’acquisto o all’affitto e gli chiederà un resoconto. Se l’immobile è piaciuto, si procederà o con una ulteriore visita, se necessaria, o con la compilazione, tramite la piattaforma, di una proposta di acquisto o di locazione da sottoporre al proprietario dell’immobile.
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Quali documenti servono per vendere casa?Per la vendita di un’immobile è necessario disporre di carta d’identità e codice fiscale, titolo di provenienza (Atto di Compravendita, Successione, ecc), della visura e della planimetria catastali, dei titoli edilizi che attestino la regolarità urbanistica del bene, certificato di agibilità e dell’attestato di prestazione energetica (A.P.E.).
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Quali documenti servono per affittare casa?Per il proprietario servono: documento d’identità e codice fiscale, attestato di prestazione energetica A.P.E), visura e planimetria catastali, certificato di agibilità, atto di provenienza (rogito) e regolamento condominiale (se in condominio). Per l’inquilino servono: carta d’identità, codice fiscale e documenti reddituali che attestino la sua stabilità economica. In questo caso, per prendere in affitto una casa serve la busta paga o la Certificazione Unica, se si tratta di lavoratore dipendente, oppure il Modello Unico, se l’inquilino è un lavoratore autonomo. Nelle garanzie patrimoniali appena citate possono rientrare anche un’attestazione della banca oppure una fideiussione prestata da un parente del locatario o, in mancanza di reddito sufficiente, un terza persona con funzione di garante.
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Cos’è l’attestato di prestazione energetica (A.P.E.), quanto dura e come posso averlo?La funzione di questo attestato, o certificato, è quello di informare circa la prestazione energetica ed il grado di efficienza energetica di un intero edificio o di un immobile, nello specifico. Questo attestato deve possederlo chiunque voglia vendere un immobile, in quanto senza di esso il notaio non può procedere alla stipula; anche chi vuole affittare un immobile deve possedere l’attestato in quanto i dati devono essere inseriti all’interno del contratto di locazione, oltre a darne copia all’inquilino. La durata è di 10 anni e viene rilasciato da un singolo tecnico qualificato, uno studio associato, una ESCO – acronimo per Energy Service Company – o qualsiasi funzionario abilitato a redigere l’attestato dopo aver effettuato, per obbligo di legge, almeno un sopralluogo nell’immobile oggetto della valutazione.
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Se il proprietario accetta la proposta di acquisto cosa succede?In questo caso al proprietario verrà comunicato il nome del Notaio scelto dall’acquirente e si procederà con la preparazione del preliminare di compravendita. Contestualmente verrà inviata al proprietario la ricevuta del bonifico della caparra confirmatoria effettuato dall’acquirente.
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Se il proprietario accetta la proposta di locazione cosa succede?Una volta trovato un accordo sui termini di una locazione, la piattaforma procederà alla preparazione del contratto di locazione. Contestualmente alla firma delle parti al proprietario verrà inviata la ricevuta del bonifico del deposito cauzionale effettuato dal locatario. Successivamente, secondo normative e le tempistiche previste dalla legge italiana, la piattaforma provvederà alla registrazione del contratto di locazione.
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Cos’è un contratto preliminare?Il contratto preliminare, in gergo chiamato anche compromesso, è l’accordo con il quale le parti si obbligano reciprocamente alla stipula di un successivo contratto definitivo (atto di compravendita), indicandone subito gli aspetti essenziali.
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È obbligatorio registrare il preliminare di compravendita? Se sì, entro quando?Sì. Il contratto preliminare di compravendita deve essere registrato entro 30 giorni dalla sottoscrizione (fino all’entrata in vigore del decreto legge n. 73/2022, articolo 14, il termine era di 20 giorni dalla sottoscrizione).
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Quanto costa la registrazione del preliminare di compravendita e chi deve pagare?Generalmente le spese di registrazione del preliminare di compravendita sono a carico dell’acquirente e in Italia sono le seguenti: l’imposta di registro di 200 euro, indipendentemente dal prezzo della compravendita l’imposta di bollo, nella misura di 16 euro ogni 4 facciate e comunque ogni 100 righe (se il contratto è formato per atto pubblico o per scrittura privata autenticata l’imposta di bollo è invece di 155 euro). Quando il preliminare prevede un pagamento, è dovuta, inoltre, l’imposta di registro proporzionale pari allo 0,50% delle somme previste a titolo di caparra confirmatoria e al 3% delle somme previste a titolo di acconto sul prezzo di vendita.
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Cos’è la “caparra confirmatoria”?Rappresenta una somma di denaro o altre cose fungibili, che una parte dà all’altra al momento della conclusione del contratto per confermare l’impegno assunto contrattualmente (art. 1385 c.c.). Più precisamente, il promissario acquirente versa una somma a titolo di caparra confirmatoria, al venditore e non all’Agenzia, a fronte dell’impegno di acquistare in futuro l’immobile. Se la parte (solitamente l’acquirente) che ha versato la caparra è inadempiente, l’altra può recedere dal contratto, trattenendo la caparra. Se inadempiente è invece la parte che l’ha ricevuta (solitamente il venditore), l’altra può recedere dal contratto ed può esigere il doppio (artt. 1366 e 1641).
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Cos’è un “Contratto di locazione”?È un documento sottoscritto dalle parti (proprietario e inquilino), che regolamenta la "Locazione" (detta anche affitto) col quale una parte si obbliga a far godere ad un'altra una cosa mobile o immobile, per un dato periodo di tempo, a fronte un determinato corrispettivo” (art. 1571 c.c.).
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Che durata hanno i contratti di locazione ad uso abitativo?In Italia esistono quattro tipi di contratti di locazione (disciplinati secondo la Legge 431/1998) per uso residenziale: Contratto di locazione “a canone libero" con una durata prevista di 4 anni + 4 anni di rinnovo automatico. Il canone è liberamente deciso dalle parti. Contratto di locazione “a canone concordato" durata prevista 3 anni + 2 rinnovo automatico. La tassa deve essere compresa tra un minimo e un massimo deciso dalle organizzazioni competenti. Contratto di locazione "peri studenti" durata prevista da 6 mesi a 3 anni. Il canone minimo e massimo è determinato dal Contratto territoriale. Contratto di locazione "ad uso transitorio" durata prevista da un minimo di 30 giorni ad un massima di 18 mesi. Non è previsto alcun rinnovo. Il canone è libero nei comuni con più di 10.000 abitanti e nei comuni più piccoli è deciso dalle associazioni competenti.
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Ho un appartamento posso affittarlo solo per 12 mesi?Sì, tramite un contratto ad uso transitorio (da 1 a 18 mesi), ma attenzione è la sussistenza di esigenze particolari in capo al locatore o al locatario. Tali esigenze devono essere comprovate da documentazione e allegate al contratto di locazione. La mancanza della documentazione come prova della transitorietà ovvero nel caso vengano meno le esigenze di transitorietà, la legge stabilisce che il contratto sia ricondotto alla durata prevista dall’art. 2 c. 1 della legge 431/98 e cioè quattro anni con successivo rinnovo, fatte salve le eccezioni di legge. Il contratto di locazione transitorio non si rinnova mai.
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È obbligatorio registrare i contratti di locazione? Se sì, entro quando?Sì è obbligatorio, salvo per i contratti con durata massima 30 giorni. La registrazione va effettuata entro 30 giorni dalla stipula del contratto (art.17 D.P.R. 131/86)
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Quanto costa la registrazione di un contratto di locazione ad uso abitativo, e chi deve pagare?In Italia i costi di registrazione del contratto di affitto variano a seconda del tipo di contratto: 1) Regime Ordinario e Transitorio. In questo caso, devi pagare sia l’imposta di registro che l’imposta di bollo. L’imposta di registro è calcolata in base al tipo di immobile e corrisponde generalmente al 2% del canone annuo. Tuttavia, il valore minimo è di 67 euro. Questa imposta è obbligatoria per registrare il contratto di affitto a regime ordinario. L’imposta di bollo è calcolata in base alla lunghezza del contratto e al numero di copie. Solitamente, si paga 16 euro ogni 100 righe per ogni copia. 2) Cedolare Secca. Questo regime esenta le parti dal pagamento dell’imposta di bollo e dell’imposta di registro. Tuttavia, il reddito prodotto dalla locazione non è rilevante ai fini dell’Irpef e non consente agevolazioni fiscali. Generalmente le spese di registrazione del contratto di locazione, se previste, si dividono equamente tra proprietario e inquilino nella misura del 50% ciascuno.
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Quanto si paga per la vendita di un’abitazione?In Italia, nelle compravendite tra privati, se l’immobile è stato posseduto per più di cinque anni e se è stato la residenza del proprietario per la maggior parte del tempo, non si paga niente, la tassazione per la compravendita di un bene immobile è a carico dell’acquirente.
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Quanto si paga per l'acquisto di un'abitazione?Tra privati, l'imposta di registro viene calcolata sul valore catastale dell'immobile. Nelle compravendite con agevolazioni "prima casa" l'aliquota è del 2% mentre nelle compravendite senza agevolazione "prima casa" l'aliquota è del 9%. In entrambe i casi non può essere inferiore a 1000 euro. Le imposte ipotecaria e catastale sono ognuna di 50 euro.
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Per acquistare un immobile con le agevolazioni “prima casa”, quali sono le regole?I requisiti necessari per fruire, a pena di decadenza, delle agevolazioni prima casa, riguardano: a) la natura dell’immobile acquistato le agevolazioni interessano solo i trasferimenti di case di abitazione “non di lusso”. b) l’ubicazione dell’immobile acquistato: l’immobile deve essere ubicato nel comune in cui l’acquirente ha la propria residenza o in cui intende stabilirla entro 18 mesi dalla stipula, o nel comune in cui ha sede o svolge l’attività il datore di lavoro da cui dipende l’acquirente che si sia trasferito all’estero per ragioni di lavoro; per i cittadini residenti all’estero (iscritti all’AIRE) deve trattarsi di prima casa posseduta sul territorio italiano. c) le dichiarazioni che l’acquirente deve fare: nell’atto di compravendita l’acquirente deve dichiarare: • di non essere titolare, esclusivo o in comunione col coniuge, di diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di altra casa di abitazione nel territorio del Comune dove si trova l’immobile oggetto dell’acquisto agevolato; • di non essere titolare, neppure per quote o in comunione legale, su tutto il territorio nazionale, di diritti di proprietà, uso, usufrutto, abitazione o nuda proprietà, su altra casa di abitazione, acquistata, anche dal coniuge, usufruendo delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa; • di impegnarsi a stabilire la residenza entro 18 mesi nel Comune dove è situato l’immobile oggetto dell’acquisto, qualora già non vi risieda.
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Posso rivendere l’immobile acquistato con le agevolazioni “prima casa” prima di 5 anni?Sì. Non succede nulla se si ri-acquista una nuova abitazione principale, entro 12 mesi dall’atto di vendita. Se invece non si ha intenzione di riacquistare, si perdono le agevolazioni e in più si dovrà pagare una sanzione pari al 30% delle imposte di registro, ipotecaria e catastale dovute all’epoca ma non versate. E’ possibile usufruire nuovamente di tali agevolazioni dopo averne già goduto in passato allorché il compratore si trovi, nel momento in cui venga effettuato l’acquisto, nelle predette condizioni. Passati i 5 anni, si è liberi di vendere senza alcun vincolo
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Quante tasse devo pagare se affitto il mio appartamento?Il reddito che proviene dal canone dell’immobile affittato confluisce nel totale dei redditi percepiti che rappresentano l’imponibile Irpef su cui viene calcolata l’imposta da pagare. L’Irpef varia a seconda dell’ammontare del reddito complessivo e, di conseguenza, l’aliquota per calcolare le tasse sull’affitto saranno tanto più alte quanto più alto sarà il reddito imponibile. Il sistema contributivo italiano prevede 5 scaglioni di reddito: redditi fino a 15.000€ annui, aliquota del 23% redditi tra 15.000€ e 28.000 € annui, aliquota del 25% redditi tra 28.000€ e 55.000 € annui, aliquota del 38% redditi tra 55.000€ e 75.000 € annui, aliquota del 41% redditi oltre 75.000€ annui, aliquota del 43% La cedolare secca invece, se scelta dal contribuente, sostituisce l’IRPEF e ha una aliquota fissa del 21%
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